Totalitarismo e democrazia. Montini e il pensiero cattolico degli anni Venti e Trenta

Nei giorni 23-25 settembre si è svolto a Concesio (Brescia), a cura dell’Istituto Paolo VI di Brescia, il XV Colloquio Internazionale su “La questione di Dio in un’epoca di crisi. Montini e la cultura religiosa tra le due guerre mondiali”. Ho tenuto una relazione dal titolo “Totalitarismo e democrazia. Montini e il pensiero cattolico degli anni ’20-’30”.

Qui una breve rassegna stampa:

https://www.agensir.it/quotidiano/2022/9/24/istituto-paolo-vi-concesio-iniziato-il-xv-colloquio-internazionale-di-studio/

https://www.agensir.it/quotidiano/2022/9/24/istituto-paolo-vi-xv-colloquio-internazionale-la-seconda-giornata-dei-lavori/

Qui l’inizio della mia relazione:

«L’emergere del totalitarismo politico rappresenta uno dei risultati della prima guerra mondiale. Si tratta di un fenomeno nuovo che oltrepassando, in Europa, il quadro dello Stato liberale dell’800 fuoriesce dalle categorie tradizionali. Le classi politiche che avevano guidato i governi, prima o durante la guerra, erano impreparate, incapaci di comprendere i movimenti e gli uomini nuovi che irrompevano sulla scena con la volontà dichiarata di affermare una visione totale dello Stato e della vita politica. Una pari impreparazione riguardava la Chiesa e il mondo cattolico in generale. Come scrive Anthony Rhodes nel suo The Vatican in the Age of the Dictators:

“Nel 1918 era sorta una nuova Europa, tre grandi monarchie erano crollate e dalle loro rovine era emerso un ibrido stuolo di piccoli stati. Le monarchie e le aristocrazie con le quali il Vaticano era abituato a trattare erano state sostituite quali enti di governo da una persona, nella maggior parte dei casi un individuo qualsiasi, un dittatore, che spesso, con arroganza, si proclamava ateo. Questi uomini esigevano un nuovo modo di affrontare le cose. Nei tre secoli precedenti i re e i principi coi quali il Vaticano si era trovato a negoziare basavano i propri regimi sulla tradizione o almeno sulla riconosciuta accettazione della morale cristiana. È vero che il papato aveva già dovuto subire altri flagelli, come Luigi XIV con il suo gallicanesimo o Giuseppe II con il suo giuseppinismo. Questi principi tuttavia rappresentavano per il papato un problema più semplice di quello imposto dai dittatori moderni i quali rinnegando ogni credo trascendente, non ammettevano altra legge che non fosse la loro morale immanente, mentre predicavano una dottrina di aperta rivolta contro i valori accettati”.

La Chiesa affrontava la nuova morale e la nuova politica, che trovavano espressione nel comunismo russo e nel fascismo italiano, servendosi del modello concettuale ereditato dalla Lettera enciclica Quanta cura, con annesso il «Sillabo», di Pio IX. Un modello ambivalente che soffriva di una intima contraddizione. Da un lato esso consentiva la critica dello Stato assoluto, panteistico, di matrice hegeliana. È la concezione per la quale, come recita la proposizione XXXIX del Sillabo: «Lo Stato, come origine e fonte di tutti i diritti, gode di un diritto tale che non ammette confini». Dall’altro, però, il testo di Pio IX sposava, in nome dello storico connubio tra Chiesa e Stato, un antiliberalismo radicale che rifiutava in blocco il quadro dei diritti e delle libertà moderne. Donde una inevitabile prospettiva autoritaria e clericale per la quale la Chiesa non si opponeva al totalitarismo in quanto tale ma solo alle sue implicazioni sul terreno ecclesiastico. La conclamata indifferenza verso ogni regime politico non consentiva di tracciare differenza alcuna tra modelli liberali e modelli totalitari. Nel caso dei regimi totalitari laddove Chiesa e Stato avessero trovato un modus vivendi conveniente per ambedue le parti la Chiesa non avrebbe sollevato obiezioni sulla legittimità dei regimi. Il bene comune della Chiesa non coincideva con quello sociale o politico. Preoccupata della sua libertà la Chiesa non lo era altrettanto verso quella di tutti i cittadini, credenti o meno. Questo clericalismo esponeva inevitabilmente la Chiesa al ricatto di benefattori interessati ad avere il consenso cattolico malamente rifiutato dalle politiche anticlericali dei governi liberali. La miopia dello Stato liberale della seconda metà dell’800 faceva il paio con le nostalgie “medievaliste” della cultura cattolica e consegnava la Chiesa nelle mani dei nuovi signori che prendono il potere nel dopoguerra.

Come era possibile opporsi allo Stato assoluto, ai nuovi totalitarismi, è al tempo stesso adottare prospettive autoritarie ed antiliberali legate al modello del Sacrum imperium medievale? Il quesito veniva risolto sul piano tattico, nella distinzione tra tesi ed ipotesi, coniugando il rispetto dei governi vigenti con l’attesa delle condizioni diverse che avrebbero consentito nuove prospettive. In tal modo ogni soluzione politica “laica” alternativa al modello totalitario veniva destituita di ogni validità, sacrificata nel momento stesso in cui fosse risultata di ostacolo al connubio tra Chiesa e Stato come avverrà, sotto il governo fascista, con la liquidazione del Partito popolare Italiano di don Luigi Sturzo. Dal punto di vista clericale il PPI di Sturzo, nella misura in cui rifiutava di connettersi organicamente all’Azione Cattolica e ribadiva la sua natura laicale, appariva come una strada che favoriva, inevitabilmente, la secolarizzazione dei cattolici. Era quanto pensava padre Luigi Gemelli per il quale Sturzo, optando per il metodo liberal-democratico, traghettava, al di là delle sue intenzioni, i cattolici su un terreno laico; adottava i simboli di una religione civile che non era quella cattolica. Negli anni ’20 questa diffidenza verso la democrazia era opinione diffusa nell’intellighenzia cattolica».

Ecco il programma del convegno:

La questione di Dio in un’epoca di crisi.

G.B. Montini e la cultura religiosa tra le due guerre mondiali

(Concesio, 23-25 settembre 2022)

PROGRAMMA DEI LAVORI DEL XV COLLOQUIO INTERNAZIONALE DI STUDIO

Venerdì 23 settembre

09.30 Saluti e introduzione

I. Il cristianesimo nell’orizzonte della cultura europea

Prima sessione: presiede Jean-Dominique Durand

10.00-10.45 Dopo il modernismo: i cammini interrotti, le nuove vie tracciate (Andrea Riccardi)

10.45-11.15 Pausa

11.15-12.00 G.B. Montini e la cultura religiosa francese tra le due guerre mondiali (Jacques Prévotat)

12.00- 12.45 Reazioni alla modernità nella teologia cattolica del periodo tra le due guerre (Thomas Ruster)

Seconda sessione: presiede S.E. Mons. Angelo Vincenzo Zani

15.00-15.45 “La religione è cosa tale, che l’unico guaio è volerla ignorare” (G. De Luca): il tema religioso nelle riviste culturali italiane (Maria Pia Sacchi)

15.45-16.30 Discussione

16.30-17.00 Pausa

II. La pastorale dei ceti intellettuali

17.00-17.45 Strategie dell’Azione Cattolica fra le due guerre mondiali (Alessandro Angelo Persico)
17.45-18.45 Discussione

19.00 Celebrazione eucaristica presieduta da S. Em.za il Card. Giovanni Battista Re nella Chiesa di S. Rocco (Concesio)

Sabato 24 settembre

Terza sessione: presiede Domenico Simeone

09.30-10.15 La formazione liturgica nell’educazione cristiana: Montini e la recezione del movimento liturgico in Italia (Jörg Ernesti)

10.15-11.00 «Sentire l’anima»: la formazione degli studenti nell’epistolario di G.B. Montini (Simona Negruzzo)

11.00-11.30 Pausa

11.30-12.00 Educazione alla fede, carità e cultura politica. Il circolo romano della FUCI nei diari di Ugo Piazza (Eliana Versace) [comunicazione]

12.00-13.00 Discussione

III. I grandi temi del dibattito

Quarta sessione: presiede José-Román Flecha Andrés

15.00-15.45 L’esperienza religiosa tra positivismo e storicismo: il confronto con l’Università (Francesco Bonini)

15.45-16.15  La testimonianza letteraria dei convertiti: Giovanni Papini e Domenico Giuliotti in dialogo con don Giuseppe De Luca (Cesare Repossi) [comunicazione]

16.15-16.45 Discussione

16.45-17.15 Pausa

17.15-18.00 Totalitarismo e democrazia. Montini e il pensiero cattolico degli anni ’20-’30 (Massimo Borghesi)

18.00-19.00 Discussione

Domenica 25 settembre

09.00 Celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Carlo Bresciani nella Pieve di Concesio

Quinta sessione: presiede Xenio Toscani

10.30-11.15 Il Demiurgo della tecnica e Madonna Economia: idoli, paradossi e redenzione della modernità (Tiziano Torresi)

Conclusioni da parte del Segretario Generale dell’Istituto Paolo VI Xenio Toscani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *