Paolo Nepi recensisce “Francesco. La Chiesa tra ideologia teocon ed ospedale da campo”

Vi propongo la recensione al mio volume “Francesco. La Chiesa tra ideologia teocon ed ospedale da campo” (Jaca Book 2021), scritta dal professor Paolo Nepi (nella foto) per la rivista “Testimoni del mondo”, 2-3, 2022. Nepi, già docente di Filosofia morale all’Università di Roma Tre, insegna Etica filosofica alla Pontificia Università Antonianum di Roma. Tra le sue pubblicazioni: La responsabilità ontologica. L’uomo e il mondo nell’etica di Hans Jonas, Aracne, Roma 2008; Individui e persona. L’identità del soggetto morale in Taylor, MacIntyre e Jonas, Studium, Roma 2000.

“Testimoni del mondo”, 2-3, 2022, I nemici di Papa Francesco (Paolo Nepi)

Che l’Italia, per stili di vita e collocazione geopolitica, sia per molti aspetti da leggere in relazione con gli Stati Uniti, è cosa ampiamente conosciuta. Meno nota è la relazione tra un certo cattolicesimo americano, di marcata impronta conservatrice, e alcuni ambienti del mondo cattolico italiano. Di questo aspetto si occupa il documentato e importante saggio che intendiamo segnalare ai nostri lettori.

Il libro che presentiamo è stato scritto dal filosofo Massimo Borghesi, dell’Università di Perugia, che su papa Francesco ha già pubblicato, nel 2017, con la stessa casa editrice Jaca Book, un importante testo relativo alla sua formazione intellettuale (Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale). In quell’opera si mettevano in evidenza i riferimenti culturali del papa argentino, che vanno dalla scuola gesuitica francese, in particolare Gaston Fessard, al pensiero del più rilevante intellettuale cattolico latinoamericano della seconda metà del ‘900: Alberto Methol Ferré. La lettura di quel testo permette di vedere in che modo certe categorie culturali orientano gli elementi fondamentali del suo magistero.

Papa Francesco si è trovato di fronte, fin dall’inizio del pontificato, non solo forti entusiasmi, ma anche un’imprevista opposizione. Per capire le ragioni di questa opposizione, sostiene Massimo Borghesi, occorre risalire agli anni Ottanta, quando negli Stati Uniti, con la presidenza Reagan, cominciò a prender campo la “teologia teocon”, che si riassume in alcune parole chiave: ordine, certezze morali, identità, identificazione dell’avversario contro cui combattere… Se molti di questi aspetti riguardano la Chiesa nella sua dimensione religiosa, altri riguardano il sistema socio-politico che le permetterebbe di esprimere al meglio la sua missione. Considerato che il comunismo non è stato solo un implacabile avversario della Chiesa, ma che è fallito perfino nelle sue finalità economiche, non le rimarrebbe che allearsi con il capitalismo inteso come sistema compiuto delle libertà, compresa la libertà religiosa. Esponente di primo piano di questa posizione è Michael Novak.

Questa tendenza arriva in Italia tra la fine del secondo millennio e l’inizio del terzo. I referenti sono piuttosto noti. Innanzitutto il governo Berlusconi, che valorizza una nutrita schiera di “atei devoti”, i quali, pur dichiarandosi non credenti, vedono nella Chiesa l’interlocutore privilegiato per la loro concezione delle libertà. La Chiesa italiana, con l’allora presidente della Conferenza episcopale Camillo Ruini, si trova allineata su queste posizioni. Il tema dei “valori non negoziabili”, caro a papa Benedetto XVI, rafforza questa linea di pensiero. Si assiste alla pubblicazione di libri a firma congiunta di Papa Benedetto e Marcello Pera, illustre esponente della categoria degli “atei devoti”.

Non stupisce che in questi ambienti l’elezione di Papa Francesco abbia creato sconcerto, dal momento che il suo magistero potrebbe apparire, ma solo ad una lettura strumentale, segnato più dal tema della giustizia che da quello della libertà. Lo scopo del libro è dunque quello di capire, attraverso un’analisi di alcuni movimenti culturali interni ed esterni all’istituzione, quello che sta avvenendo nella Chiesa cattolica, in relazione alla sua presenza nel mondo contemporaneo. A questo proposito viene illustrato, in modo rigoroso e imparziale, il magistero sociale di papa Francesco, fortemente critico nei confronti di alcuni aspetti dell’economia capitalistica, che costringerebbe la Chiesa a diventare un “ospedale da campo” in cui curare gli emarginati nelle periferie create dalla società dei consumi.

Probabilmente in questi ultimi due anni la situazione va registrando dei cambiamenti. La pandemia e la guerra in Ucraina sono destinati a lasciare il segno anche nella Chiesa. E il cattocapitalismo sta segnando il passo, a causa non tanto delle critiche di papa Francesco, ma per le sue stesse contraddizioni. L’idea che le libertà garantite dal mercato finiscano prima o poi per migliorare la situazione di tutti, si rivela ogni giorno di più illusoria. Assistiamo infatti ad un mondo in cui alcuni diventano ogni giorno più ricchi, mentre un numero sempre più grande di persone e di famiglie, anche nelle società democratiche, finisce in condizione di povertà. In queste condizioni la Chiesa ospedale da campo viene vista da molti più vicina al Vangelo della Chiesa come garanzia dell’ordine costituito. O meglio, come diceva Mounier, del “disordine stabilito”.

Letto a partire dalla citata biografia intellettuale di papa Francesco, questo libro si rivela fondamentale per un giudizio equilibrato sulla Chiesa attuale. Una Chiesa, come quella di sempre, che va giudicata con i criteri evangelici della misericordia, del perdono e della fraternità, alla luce di cui interpretare i sistemi sociali, economici e politici. E non il contrario.

MASSIMO BORGHESI, Francesco. La Chiesa tra ideologia teocon e «ospedale da campo», Jaca Book, Milano 2021.

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