Perché Trump attrae consenso tra i cattolici?

Su questo argomento mi ha intervistato Carlo Cefaloni di Città Nuova. Vi propongo il testo dell’intervista.

Città Nuova, gennaio 2025, Perché Trump attrae consenso tra i cattolici? (Carlo Cefaloni)

Una sinistra liberal lontana dalle grandi questioni sociali ha aperto la strada, non solo negli Usa, alla visione politica del nuovo presidente Usa. Intervista al filosofo Massimo Borghesi

Alla vittoria di Trump ha contribuito, secondo le statistiche, l’elettorato dì estrazione cattolica, oltre a quello di marca evangelicale. Non è una novità considerando quanto avvenuto con Bolsonaro in Brasile e Milei in Argentina, personaggi contrari a papa Francesco. Ne abbiamo parlato con il filosofo Massimo Borghesi, autore di testi tradotti in varie lingue: Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale. Dialettica e mistica (Jaca Book 2017); Francesco. La Chiesa tra ideologia teocon e «ospedale da campo» (2021) e Il dissidio cattolico. La reazione a Papa Francesco (2022).

Come spiega il voto dei cattolici negli Usa?

Sono anni che i cattolici, negli Usa, si sono spostati verso il. Partito repubblicano. Negli anni ‘60, ai tempi della presidenza Kennedy e poi fino all’uccisione dj Bob Kennedy ed oltre, la maggior parte del voto cattolico andava al Partito democratico. L’evoluzione dell’ideologia democratica, la quale dagli anni ‘80 si è spostata dalle questioni sociali ai diritti individuali, agli afroamericani, agli omosessuali, all’aborto, al modello gender, ha creato una disaffezione. Una lontananza di cui ha approfittato la parte repubblicana la quale, già a partire dalla presidenza Reagan, si è posta come custode dei valori della vita e della famiglia. L’ideologia libertaria della nuova sinistra, diversa da quella precedente, ha provocato l’alienazione del voto cattolico.

Sulle migrazioni, tra pratica dei fedeli e insegnamento papale c’è uno scisma?

Lo “scisma” non è solo sull’immigrazione. Basta guardare la lontananza di tanti cattolici rispetto ai richiami del papa per la pace tra Ucraina e Russia. Negli Usa c’è anche il problema del narcotraffico dal Messico. Gli ispanici, integrati in America, banno in gran parte votato per Trump. Un paradosso. Spiegabile con il fatto che non gradiscono di essere assimilati con i nuovi arrivati.

L’aborto è materia discriminante per una parte dei cattolici. Pio Xl riconobbe in Mussolini un uomo della Provvidenza per superare l’anticlericalismo. Tale visione invita a leggere gli eventi non in base alla qualità morale dei politici ma alla loro funzionalità verso obiettivi positivi?

La consorte di Trump ha appena pubblicato un’autobiografia, Melania, dove scrive: «Limitare il diritto di una donna a scegliere se porre fine ad una gravidanza indesiderata equivale a negarle il controllo del suo corpo. Ho portato con me questa convinzione per tutta la vita adulta». Questo fa capire quanto certe scelte possano essere strumentali. Trump sa bene quanto il divieto di aborto possa portargli le simpatie di evangelici e cattolici. Il divieto ha, però. nel sistema giuridico americano valore solo a livello federale. Poi ogni singolo Stato può decidere, in autonomia, la forma da dare alla legge. È nel 2022 che la Corte suprema statunitense ha abolito la storica sentenza Roe vs Wade con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli Usa. Occorre dire che la legge del 1973 consentiva l’aborto fino a poco prima del parto, una delle leggi più liberal del mondo. La legge sull’aborto ha scavato un fossato tra democratici e opinione pubblica cattolica. Una ferita che non si è più rimarginata. Lo spostamento a destra del voto americano deve molto a quella legge.

Trump appare, secondo alcuni, la figura anomala in grado di fermare la guerra in Ucraina e il suo interesse per gli affari con i sauditi potrebbe trovare una strada per la questione palestinese…

Trump si è fatto interprete dell’opinione popolare. La guerra tra Russia e Ucraina non interessa agli americani. Questi hanno una sola convinzione: i 60 miliardi di dollari concessi dagli Usa a Zelensky potevano essere utilizzati per la ripresa dell’economia, quella più colpita dalle delocalizzazioni e dalla concorrenza cinese. Se Trump riesce a porre fine al conflitto in Europa, questa sarà una buona notizia, non solo per le tasche degli americani ma anche per l’Europa. Se riesce, perché, nel frattempo, la decisione di Biden di dare il via all’uso, da parte dell’Ucraina, ai missili a largo raggio e alle mine antiuomo contribuisce a radicalizzare il conflitto oltre ogni misura.

E sul Medio Oriente?

Su Israele vediamo, al momento, un Trump totalmente solidale con Netanyahu, decisamente al suo fianco nella distruzione di Gaza. Non una parola di condanna. Su Iran e Cina il nuovo presidente pare intenzionato ad usare metodi forti. Il quadro non è affatto rassicurante e i 4 anni della prossima presidenza, dopo quelli fallimentari di Biden in politica estera, confermano lo scenario di un mondo in fibrillazione, che corre sull’orlo dell’abisso. Il complesso militare-industriale non è mai stato più florido.

Biden, e ancor di più Harris, hanno difeso il diritto di aborto e istanze lgbtqia+. È quanto avviene con le sinistre liberal anche in Europa, a partire dal Pd italiano. Sembra la conferma dell’analisi del filosofo Augusto Del Noce sulla trasformazione della sinistra in un partito radicale di massa …

È così. Il passaggio è stato il prezzo attraverso cui l’ideologia progressista ha potuto legittimarsi dopo la caduta del comunismo. La sopravvivenza della sinistra è stata garantita mediante la “deviazione” dai diritti sociali a quelli civili. Un progressismo liberal funzionale agli interessi del neocapitalismo. Si è passati dalla rappresentanza dei ceti popolari a quella delle minoranze le quali devono certamente essere tutelate ma non al prezzo di divenire il modello per tutti. La vittoria di Trump è dovuta alla reazione alla cultura woke [quella per cui ad esempio si scrive tutt* per non escludere alcun genere, ndr] e alla cancel culture che tende ad azzerare le differenze col “politicamente corretto”. Una ideologia che, nel mondo anglosassone, si è imposta nei campus universitari, nei media, nella politica. Togliendo senso di appartenenza e simboli, essa è responsabile dello scivolamento a destra di milioni di elettori in America. Gli abitanti delle città ricche delle coste non sono in grado di comprendere quelli dell’America centrale e del sud. Rappresentano due mondi ideali incapaci di intendersi.

A coloro che, come i cattolici, hanno una visione umanistica irriducibile alla logica bipartitica, è aperta solo la possibilità di scegliere il male minore e abdicare alle proprie convinzioni più profonde?

I cattolici negli Usa sono in difficoltà. Dopo il tramonto dell’era kennediana non hanno più trovato leader in grado di rappresentarli. Attualmente sono parte della divisione manichea tra democratici e trumpiani. Un contrasto etico, oltre che politico. La stessa Chiesa è parte di questo contrasto. Per questo fa così fatica a decifrare la prospettiva del papa, quella di una dimensione missionaria, dialogante, che eviti di schierarsi e non rinunci ad avere una posizione sua, originale. Ciò che manca è un pensiero cattolico, un pensiero della sintesi capace di trascendere le opposizioni. •

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