Il papa e il filosofo

1538667_741904995850809_1788768161_n[1]Venerdì 21 marzo, alle ore 18,45, nella Sala Marconi della Radio Vaticana in piazza Pia a Roma, è stato presentato il libro-intervista di Alver Metalli «Il Papa e il filosofo», dedicato alla figura di Alberto Methol Ferré (con la prefazione di Guzmán Carriquiry Lecour, ed. Cantagalli, 232 pagine, 15,00 euro). Ferrè, scomparso nel 2009, è il filosofo uruguayano che ha conosciuto Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco.

 

Nella foto, la presentazione del 21 marzo, di cui si può ascoltare il file audio aprendo questo link: https://www.youtube.com/watch?v=jimhrTILUfk. Sono presenti tre dei quattro intervenuti: Guzman Carriquiry (sta parlando al microfono), alla sua sinistra il teologo argentino Juan Carlos Scannone, a destra il filosofo Massimo Borghesi. Padre Federico Lombardi è in arrivo dall’incontro del Papa con i famigliari delle vittime di mafia

 

Alberto Methol Ferré auspicò e previde l’elezione di Benedetto XVI e intravide all’orizzonte quella di Papa Francesco. Nel 2005, il 6 aprile per l’esattezza, dunque 13 giorni prima della fumata bianca di martedì 19 che portò Ratzinger sulla cattedra di Pietro, da Montevideo dove viveva, Methol Ferré spezzò una lancia in suo favore. Interrogato dalla giornalista del quotidiano argentino «La Nación» che era andata ad intervistarlo dichiarò di essere «un grande sostenitore di Joseph Ratzinger».

 

Di più. «Penso – aggiunse – che sia l’uomo più indicato per essere Papa in questo momento della storia». Argomentò la sua convinzione così: «Perché è una delle ultime grandi espressioni di quella generazione che ha raggiunto uno splendore intellettuale equiparabile ai secoli XII e XIII del Medioevo, paragonabile anche alla migliore epoca della patristica greca e latina, quando ha inizio la gigantesca epopea dell’evangelizzazione dei popoli».

 

Ecco una breve dichiarazione in spagnolo di Massimo Borghesi sul tema

 

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