Un nuovo sguardo sul mondo moderno, capace – al di là di facili irenismi – di ribaltare un atteggiamento di contrapposizione frontale tra Chiesa e modernità durato due secoli. La novità del Concilio Vaticano II è di portata epocale. E l’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI è un’ottima occasione per capire, a cinquant’anni di distanza, cos’è realmente accaduto dal 1962 al 1965 e perché questo è il momento di rileggere i testi di quell’evento straordinario.
Vi proponiamo la relazione di Massimo Borghesi, ordinario di Filosofia morale all’Università di Perugia, all’incontro tenuto mercoledì 21 novembre 2012 nella sala dello Studio teologico del Santo sul tema “A cinquant’anni dal Concilio”, che ha visto protagonista, oltre a Borghesi, anche il cardinale Jorge María Mejía, già perito conciliare, con il coordinamento del vaticanista Gianni Valente.
La relazione di Massimo Borghesi